Molte persone mi chiedono qual è la differenza tra ipnosi e meditazione.
La ragione di questo motivo è semplice.
Entrambi gli strumenti si stanno diffondendo a macchia d’olio nel mondo della crescita personale e del cambiamento e, sebbene le differenze sono sostanziali, hanno anche alcune somiglianze.
L’obiettivo di questo mio articolo è quindi proprio quello di spiegarti quali differenze ci sono tra l’ipnosi e la meditazione.
Prima di spiegarti quali differenze hanno questi due strumenti, voglio regalarti questo mio nuovo fantastico video-corso sull'ipnosi: Impara l'Ipnosi Ora.
Nel corso impari ad ipnotizzare le persone, parlare con l'inconscio e guidare i tuoi clienti alla TranceFormAzione rapida, scarica il corso ora semplicemente cliccando qui:
Bene, torniamo a noi e alla differenza tra ipnosi e meditazione.
Per spiegartelo voglio partire dalla seguente premessa.
Non sono un esperto di meditazione e quindi alcuni dei miei riferimenti relativi a questo strumento potrebbero non essere del tutto corretti.
D’altra parte però, ho passato gli ultimi anni della mia vita ad approfondire, analizzare e sviscerare l’ipnosi.
L’ho esaminata, capovolta, voltata e rivoltata per comprenderla in profondità e per capire come funziona questo strumento.
Dato questo presupposto, ho seguito alcune meditazioni e mi sono ingegnato a trovare le differenze sostanziali.
Chiaramente queste differenze hanno l’occhio dell’ipnotista e non quello di una persona esperta in meditazione che, magari, avrebbe redatto questo articolo in maniera totalmente diversa.
Bene, torniamo allo scopo di questo articolo.
Prima di illustrarti qual è la differenza tra ipnosi e meditazione però, lascia che ti spieghi cosa hanno in comune questi due strumenti.
Durante la mia analisi dei due strumenti, mi sono imbattuto in alcune somiglianze tra l’ipnosi e la meditazione.
Voglio proprio partire da queste, scopriamole assieme.
Per prima cosa, sia l’ipnosi sia la meditazione, possono avere una guida oppure no.
La guida è la persona che accompagna il cliente, in maniera il più sicura possibile, attraverso l’esperienza.
Chiamerò questa guida l’operatore, oppure l’ipnotista nel caso dell’ipnosi.
Quindi in entrambi gli strumenti abbiamo la figura dell’operatore.
Allo stesso tempo, sempre per entrambi gli strumenti, questo operatore può non essere necessario.
Infatti sia l’ipnosi, sia la meditazione possono essere auto applicate.
Nel caso dell’ipnosi parleremo quindi di autoipnosi, mentre nel caso della meditazione il termine rimane generalmente invariato.
Scoperta la presenza, o meno, di un operatore possiamo proseguire.
Sia l’ipnosi, sia le meditazioni guidate hanno in comune il rilassamento.
Infatti entrambi gli operatori si occupano di mettere a disposizione un luogo tranquillo e sicuro dove svolgere la sessione.
In alcuni casi viene anche utilizzata della musica di sottofondo per favorire ulteriormente il rilassamento e migliorare l’esperienza del cliente.
In entrambi gli strumenti però il rilassamento non è essenziale.
Infatti un ipnotista esperto è anche in grado di scatenare lo stato d’ipnosi all’interno di un pub pieno di persone e con la musica a tutto volume.
Mentre nella meditazione guidata, la posizione a gambe incrociate non sempre è la più comoda da permettere il rilassamento totale del corpo.
Sebbene i primi due elementi, l’operatore e il rilassamento, possono essere marginali alle due pratiche, ecco che la concentrazione è un elemento in comune ed è anche fondamentale in entrambi gli strumenti.
Nel primo caso, quello dell’ipnosi, lo stesso strumento assume proprio la definizione di focalizzazione dell’attenzione su uno o pochi elementi della propria esperienza.
Non per niente, Jamed Braid, la persona che per la prima volta utilizzò il termine ipnosi (che significa dormire), voleva ritornare sui suoi passi e rinominare la trance con il termine monoideismo.
Monoideismo significa, in maniera un po’ semplicistica, un solo pensiero, una sola idea.
Così come nell’ipnosi, anche nella meditazione la concentrazione è importante.
Infatti mentre il corpo si rilassa, il cliente è invitato a concentrare l’attenzione della sua mente sul momento presente, per esempio sul suo respiro oppure su un mantra.
Un altro elemento in comune di queste due discipline sono le visualizzazioni.
La visualizzazione è la tecnica che prevede l’osservazione con gli occhi della mente di immagini, simboli oppure viaggi immaginari in luoghi meravigliosi.
La visualizzazione è spesso utilizzata in ipnosi e, ahimé, a volte in modo estremamente sbagliato.
Alcuni ipnotisti poco formati, credono infatti che il semplice guidare una persona all’interno di una visualizzazione, leggendo o recitando a memoria uno script preconfezionato, generi il cambiamento.
Purtroppo però questo non è proprio il caso.
Gli script ipnotici preconfezionati sono la peggiore versione d’ipnosi esistente sul mercato, in quanto non fanno correttamente uso:
Scusami, uno sfogo contro chi si definisce un ipnotista perché l’unica cosa che fa, è quella di scaricare da internet e leggere uno script preconfezionato e che, generalmente, non funziona.
Così come nell’ipnosi, anche nella meditazione è a volte utilizzata la visualizzazione.
Su headspace, un’applicazione che ho utilizzato per scoprire la meditazione e le differenze con l’ipnosi, ho infatti trovato la seguente spiegazione:
In una visualizzazione meditativa, la mente utilizza gli stessi meccanismi di visualizzazione [stessi in relazione alle visualizzazioni n.d.r.], ma si focalizza su un’immagine di qualcuno o di qualche cosa, questa immagine è utilizzata come obiettivo sul quale focalizzare l’attenzione.
fonte www.headspace.com - traduzione personale
Ora che hai capito alcuni degli elementi che accomunano questi due strumenti, sei pronto a fare il passo successivo e a scoprire qual è la differenza tra ipnosi e meditazione.
All’apparenza, dopo averti illustrato le somiglianze, queste due discipline possono sembrare simili, a volte addirittura uguali.
Ma la differenza tra ipnosi e meditazione è davvero sostanziale e, inoltre, esiste più di una differenza sostanziale.
Scopriamo quindi tutte le differenze assieme.
Innanzitutto l’obiettivo dei due strumenti è diverso.
In ipnosi infatti l’obiettivo è specifico e può essere correttivo o generativo.
Che cosa significa questo? Lascia che ti spieghi.
L’ipnosi ha un obiettivo specifico, per esempio guidare il cliente a:
Inoltre l’obiettivo dell’ipnosi può essere correttivo, ossia di risolvere un problema esistente, oppure generativo, volto quindi a migliorare qualche cosa che già funziona bene.
Nella meditazione invece l’obiettivo è generale.
Questo obiettivo è principalmente quello di imparare ad avere uno stato di accresciuta consapevolezza mentale e di focalizzazione dell’attenzione.
Grazie a questo stato una persona potrebbe, di conseguenza, ottenere benefici specifici come per esempio il rilassamento, la riduzione dell’ansia e dello stress, la diminuzione della depressione e così via.
È possibile distinguere la mente in due grandi parti.
La prima è la mente razionale, anche conosciuta come facoltà critica, ed è la parte della mente logica, analitica, focalizzata sul qui ed ora.
Questo focus della mente critica può essere sul presente, sul passato o sul futuro.
L’altra parte della mente è l’inconscio, la parte della mente che protegge il corpo e la mente, che gestisce le emozioni e scatena comportamenti e abitudini.
In ipnosi, la mente critica viene guidata a defilarsi in secondo piano ed è quindi poco utilizzata.
Lo spostamento in secondo piano di questa parte della mente, è effettuato per poter accedere all’inconscio e alla sua estrema capacità di risolvere i problemi.
Nella meditazione invece la mente critica è quella che svolge tutto il lavoro.
Infatti la mente critica è, nella meditazione, la parte della mente che si focalizza sul qui ed ora e che si allena ad avere l’accresciuta consapevolezza mentale.
A causa di questo, anche il principio del qui ed ora risulta essere differente.
Nella meditazione infatti il ruolo del cliente è quello di rimanere il più possibile nel qui ed ora.
Nell’ipnosi invece il qui ed ora non è funzionale all’ottenimento del risultato desiderato.
Preferibilmente quindi, si preferisce guidare il cliente nelle profondità della trance per tutta la durata della sessione e, solo successivamente, riportare il cliente nel qui ed ora.
Spesso quindi, in ipnosi il cliente non è consapevole di quello che succede nell’ambiente circostante a meno che questo non sia rilevante per la sessione o per la sua sicurezza.
La scelta della visualizzazione guidata è un altro tema di differenze.
Voglio ricordare che per entrambi i due strumenti le visualizzazioni sono uno strumento possibile, ma non l’unico.
Nell’ipnosi le migliori visualizzazioni sono quelle personalizzate alla situazione del cliente, create in maniera artisticamente vaga e ancora meglio scelte dall’inconscio del cliente.
Meno gli scenari sono imposti dall’ipnotista e più la sessione è efficace.
Proprio per questo motivo prima ho fatto quell’appunto sugli script ipnotici preconfezionati.
Nella meditazione invece, e in particolare nella visualizzazione meditativa, questo aspetto di personalizzazione è meno frequente e meno importante.
Lo stesso vale per la scelta di coinvolgere l’inconscio nello sviluppare la visualizzazione.
In ipnosi, le visualizzazioni più efficaci sono quelle in cui tutta la visualizzazione è scelta dall'inconscio del cliente, tra cui: il luogo dove guidare il cliente, quello che incontra (persone, animali, cose), e così via.
Questo coinvolgimento dell'inconscio è specifico solo dell'ipnosi e non della meditazione.
L’interazione cliente – operatore è un elemento ulteriore che distingue l’ipnosi dalla meditazione.
In ipnosi infatti vi è un’elevata interazione attraverso un sistema di feedback loop: l’ipnotista comunica e il cliente risponde.
Questa risposta è poi interpretata dall’ipnotista ed è la base per costruire la comunicazione successiva.
La risposta del cliente potrebbe essere verbale e quindi facilmente ricevuta dall’ipnotista oppure non verbale.
In questo ultimo caso la calibrazione costante del cliente per notare come sta reagendo alla sessione è fondamentale.
Questa interazione permette di personalizzare la sessione, di compiere scelte sulle tecniche da utilizzare per essere più efficaci e di assicurare il cambiamento.
Nella meditazione la comunicazione è unidirezionale.
L’operatore guida il cliente in una sessione standard, preconfezionata e non personalizzata alle necessità del cliente.
Il cliente quindi non risponderà verbalmente alla guida dell’operatore.
Inoltre, se il cliente risponderà in maniera non verbale, per esempio con un cambio di respirazione, oppure una micro espressione del viso, ecco che questa informazione sarà meno importante per l’operatore.
La trance è quello stato mentale tipico dei soggetti in ipnosi, caratterizzato da focalizzazione dell’attenzione e, generalmente, da immobilità del corpo e rilassamento.
Sia nell’ipnosi, sia nella meditazione la trance è dal mio punto di vista presente.
Nell’ipnosi è voluta e l’obiettivo dell’ipnotista è quello di renderla più profonda possibile in modo da facilitare il cambiamento.
Nella meditazione invece questo stato è una sorta di conseguenza non ricercata.
Inoltre, durante la meditazione la trance non si manifesta sistematicamente e quando questa è presente, la sua profondità è molto limitata.
Infine nel caso della meditazione la profondità della trance è irrilevante per il raggiungimento o meno dell’obiettivo della sessione.
L’utilizzo del linguaggio è una differenza sostanziale.
Seppure in alcuni casi entrambi gli operatori parlano lentamente, magari abbastando anche il tono della voce, il linguaggio in ipnosi è fondamentale.
L’ipnotista infatti è un artista nell’utilizzare il suo linguaggio per:
Il linguaggio in ipnosi è quindi fondamentale, pensa che esistono più di 50 schemi linguistici ipnotici per creare la trance e il cambiamento ipnotico.
Nella meditazione il linguaggio non assume questa importanza e non è utilizzato per creare il cambiamento.
I fenomeni ipnotici sono tutti quei fenomeni naturali che possono essere scatenati durante la trance.
Tra questi fenomeni abbiamo per esempio:
Questi fenomeni, sono fondamentali e utilizzati dagli ipnotisti più esperti per creare la trance e generare il cambiamento.
Nella meditazione invece, questi fenomeni non sono utilizzati e, nel caso in cui si manifestano, sono delle conseguenze alla sessione.
Un’altra differenza sostanziale risiede nella velocità del cambiamento.
In ipnosi il cambiamento è spesso esplosivo.
Un cliente entra in salottino come fumatore ed esce come non fumatore, oppure arriva con una fobia e se ne va senza.
La velocità del cambiamento nella meditazione è meno marcata.
La costanza nella pratica e nell’utilizzo di questo strumento è infatti la chiave per ottenere i risultati
desiderati.
In conclusione mi sento di affermare che la meditazione potrebbe essere una sorta di ipnosi, data la focalizzazione dell’attenzione su pochi elementi della propria esperienza e la possibilità di scatenare una trance di lieve profondità nel cliente.
Il contrario, ossia che l’ipnosi è meditazione, non è purtroppo vero.
L’ipnosi rimane questo potente strumento che si avvale dell’inconscio per tranceformare il cliente in maniera rapida, ecologica ed efficace.
Se vuoi imparare l'ipnosi oppure migliorarti ulteriormente, entra a far parte del mio gruppo Facebook, Ipnosi PNL e TranceFormAzione rapida.
Nel gruppo condivido tecniche, informazioni e segreti relativi agli strumenti di TranceFormAzione rapida, inclusi l'ipnosi, la PNL, il coaching ed EFT-Tapping.
Clicca semplicemente qui per accedere ora.
Be the change, sii il cambiamento.
Ciao
Simone
Simone, è un ipnotista, coach e formatore PNL e d’ipnosi. Ha trasformato la sua passione per la TranceFormAzione rapida, l’ipnosi e la programmazione neuro linguistica (PNL) nel suo lavoro.